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Karpathos Island, Greece

  • Immagine del redattore: Claudia Lena
    Claudia Lena
  • 30 mar 2020
  • Tempo di lettura: 8 min

Agosto 2019



Karphatos, detta anche Scarpanto, è un'isola greca appartenente all'arcipelago del Dodecaneso.

Premetto che ciò che mi ha spinto verso questo viaggio sono stati i continui consigli da parte di molti conoscenti; così, nonostante la mia ultima vacanza in Grecia non mi avesse particolarmente entusiasmato, decido di prenotare il volo e giudicare con i miei stessi occhi.

Ora posso affermare che un solo paio di occhi non basta, come impossibile sarebbe ignorare il pieno coinvolgimento di tutti gli altri sensi: Karpathos è un'isola da scoprire, da ammirare, da assaporare e da respirare a pieni polmoni.

Per girare l'isola è possibile scegliere tra tre opzioni: scooter, quad o automobile. Essendo i prezzi abbastanza similari, la scelta varia a seconda della propria comodità. Un fattore da considerare è la presenza di tre soli benzinai in tutta l'isola, tutti situati verso sud;

dunque, se si ha intenzione di visitare la parte nord di Scarpanto, consiglio di evitare lo scooter. Personalmente, ho trovato ottimo il quad: comodo da parcheggiare e con una buona autonomia.

Seconda informazione fondamentale da valutare durante il viaggio è il vento. Caratteristica base dell'isola, il vento accompagna e scandisce il ritmo delle giornate: in base al suo andamento è bene decidere dove andare e come organizzare il proprio itinerario. Si tratta tuttavia di un vento caldo e sopportabile grazie a un minimo senso di adattamento.

Prima di partire con il mio compagno di viaggio mi preparo una lista delle spiagge da non perdere: Lefkos, Diakoftis, Kira Panagia, Apella, Achata e Damatria. Una volta atterrati si aggiungono alla lista un altro paio di spiagge e l'isola di Saria, caratteristica per la presenza delle capre.


Day 1


Il paese dove alloggiamo si chiama Amoopi e si trova a qualche chilometro dal centro di Pigadia.

Dopo aver trascorso la giornata in spiaggia, Pigadia costituisce la prima tappa serale sull'isola.

Il paese è piccolo e pieno di vita. Ricco di ristoranti, bar, gelaterie e negozi di souvenirs, rappresenta la classica località turistica per una vacanza in famiglia o in compagnia. Se invece si preferisce qualcosa di meno commerciale e più intimo, Amoopi è la giusta ricompensa.

In entrambi i casi ci troviamo sulla costa Est dell'isola, la meno ventosa.

Proprio a seconda del vento decidiamo di trascorrere i primi due giorni sulle spiagge limitrofe: Achata, Fokia e Damatria, ma la sera del secondo giorno decidiamo di sfidare il vento e avventurarci verso la costa Ovest.


Day 2


Terminata un'altra giornata di sole e salsedine, partiamo nel tardo pomeriggio con una destinazione ben chiara in mente: Under the Threes.

Da amante della cucina locale mi lascio affascinare da questa Taverna con una vista mozzafiato. I turisti si recano lì per mangiare piuttosto presto, tant'è che al nostro arrivo le persone sono tutte a tavola con i piatti mezzi vuoti.

Il motivo di tanta fretta lo capisco poco dopo, mentre mi avvio verso l'incredibile vista che offre quel panorama.

Il tramonto si trasforma in una gara a chi porta a casa lo scatto migliore: l'angolazione perfetta e i colori più saturi. Una gara che dura giusto il tempo di far combaciare sole e orizzonte, rimanendo così a luci soffuse. Una gara che viene percepita come un forte momento di coalizione.


Quando la macchina fotografica non trova più alcuna luce da imprigionare decidiamo di tornare verso i tavoli della taverna, ormai quasi vuoti. Ordiniamo del pesce fresco e ci gustiamo gamberi e orate. Al termine i proprietari offrono amari e gelato, com' è prassi fare in ogni parte dell'isola. Ringraziamo e ci avviamo verso Amoopi, consapevoli di avere mezz'ora di strada tra le correnti d'aria che iniziano a farci rabbrividire.


Per strada mi stupisco del potere del tempo, in grado di volare o sembrare infinito in base alla nostra percezione delle cose.

Mi stupisco e rimango ancora più sorpresa ad alzare gli occhi una volta arrivata a casa: il cielo. Il cielo in piena notte di Karpathos in mezzo al nulla e senza luci nei paraggi è il regalo più bello che ancora oggi sento di essermi portata a casa da quel viaggio.

Un souvenir unico e raro.




Day 3


Le notti passano velocemente e vengono scandite dal sottofondo del vento. Anche le prime attenzioni mattutine vanno a quelle raffiche di aria: giusto il tempo per capire da che lato dell'isola spingersi durante la giornata.

Dopo aver dunque visto Achata, Fokia e Damatria ci dirigiamo verso Diakoftis, presentata come la spiaggia più bella di tutta l'isola.

Situata di fianco all'aereoporto, Diakoftis si caratterizza per la strada sterrata da percorrere, sulla quale il quad si rivela ancora una volta il mezzo più comodo e opportuno.

Le fatiche si stemperano una volta arrivati: il mare caraibico e la sabbia finissima sono da perdere la testa.

A differenza delle altre spiagge non troviamo una taverna in cui mangiare in pausa pranzo, ma al suo posto notiamo un bar in grado di offrire bibite, caffè e panini di tutti i tipi.

La giornata vola via veloce, tra una miriade di fotografie e le scariche di vento più forti che mai.

Essendo sabato, al rientro verso casa, decidiamo di fare il pieno di benzina per il giorno successivo (la domenica i benzinai rimangono tutti chiusi).

Arriviamo ad Amoopi, l'orologio segna le 8:30 e noi siamo stanchi e cotti dal sole.

Quello che segue è una doccia veloce, una valanga di doposole e una grigliata mista di carne da gustarsi in una delle tre taverne sotto il nostro appartamento.


Day 4


La domenica ci dirigiamo sulla costa Ovest, dopo Under the threes.

Ripercorrere la strada per la seconda volta mi fa apprezzare nuovi dettagli: il profumo dei pini e il verde che mi circonda alternato alla splendida vista mare. Karpathos è proprio questo: un vero e proprio tuffo in piena natura.

Un secondo prima ti trovi in una strada in mezzo alle montagne a un metro e mezzo dalle nuvole, quello dopo sei in piena campagna ad ammirare un gregge di capre e nell'arco di dieci minuti sei in riva alla spiaggia. Ad occupare tutto il resto pale eoliche e innumerabili chiese.

La spiaggia a cui arriviamo, quella di Lefkos, non riesce a catturare particolarmente la nostra attenzione, cosicchè nel pomeriggio decidiamo di avventurarci in una camminata.


Al termine della spiaggia troviamo quattro piccole taverne, tutte in fila in riva al mare. Uno dei proprietari riesce ad ammaliarmi con i suoi occhi grandi, vissuti e colore blu mare. Dopo aver rifiutato il pranzo a causa dell'orario tardivo ci concediamo una merenda. Giovanni, l'uomo dagli occhi blu oceano, ci fa quindi trovare spremuta fresca, un piatto di yogurt, frutta fresca e noci e acqua. L'onestà e cordialità delle persone che vivono sull'isola trova qui una nuova conferma. Noi ringraziamo e assaporiamo quei gusti semplici ma decisi, ammirando il ritmo del mare.


Dopo aver recuperato le nostre cose con calma ci rimettiamo in strada. Arriviamo a casa. Ci prendiamo una pausa.

Circa un'ora dopo ci avviamo verso una taverna vicino al nostro appartamento, soffermandoci a contemplare la bellezza del cielo sopra di noi.

Senza saperlo ci aspetta una delle cene migliori di tutta la vacanza.

La Taverna Nina ci rapisce prima per l'accogliente location, caratterizzato da una piscina e una piccola zona relax con tanto di sedie e libreria. In un secondo momento rimaniamo ammaliati dalla qualità degli ingredienti che ci vengono serviti. Si tratta di semplice pesce fresco ma di una qualità ben superiore rispetto quanto trovato nelle sere precedenti.

E senza sorprese, facciamo il bis.

A cena conclusa torniamo verso casa con l'intenzione di addormentarci prima del solito:

la giornata successiva prevede ottimi propositi, ma anche una sveglia alle 7:00.


Day 5


Lunedì arriva prima che mai. Doccia fresca, colazione abbondante e un'ora e mezza di strada. Destinazione? Olympos.

Olympos è il paese più caratteristico di tutta Scarpanto, una chicca che mi sento di consigliare vivamente a tutti coloro che sono intenzionati a intraprendere questo viaggio. Per la prima volta mi sento però di non consigliare il quad: la strada è lunga, non troppo sicura e aggravata dalla forza del vento. In questo unico caso la scelta migliore sarebbe l'automobile.

Dopo chilometri di fatica arriviamo a Diafani, l'unica spiaggia nei dintorni dove accordiamo di sostare prima di esplorare Olympos. Tuttavia, tornassi indietro, eviterei questa tappa. Il mio consiglio è dunque visitare Olympos al mattino e fermarsi al pomeriggio in qualche spiaggia sulla strada del ritorno: Diafani non possiede nulla di particolare.

L'unica certezza è che Olympos riesce a valere su qualsiasi fatica. Il paese è caratteristico e popolato da donne nate e cresciute lì. Ognuna cerca di offrirti i propri prodotti frutto di lavoro e dedizione: passiamo dai lavori di cucito, ai dipinti su ceramica fino ad arrivare agli involtini di riso nelle foglie di vite. In questo caso, mai rifiutare una mano tesa che invita ad un assaggio. Assicuro che non rifiuterete nemmeno il bis!

Dopo aver ammirato il panorama e seguito tutte le indicazioni verso la pasticceria più decantata del paese arriva il fatidico momento di rimettersi sulla strada del ritorno.

Il primo pensiero quando rimettiamo i piedi a terra ad Amoopi? “Bello, bellissimo. Ma in quad, mai più!”. Ridiamo esausti in un abbraccio.




Day 6


Il giorno dopo siamo consapevoli di trascorrere il nostro ultimo giorno in questo paradiso. Dispiaciuti per non aver avuto modo di visitare l'isola di Saria, per la quale sarebbe bastato anche un singolo giorno in più, rimaniamo sulla costa Est.

Rimangono le due ultime spiagge tra quelle consigliate: Apella e Kira Panagia.

Questi due pezzi di mondo si rivelano il modo perfetto per non voler più rientrare a casa, ma anche tuffo perfetto da godersi per salutare tanta bellezza. Di Kira Panagia ricordo lo yogurt greco più buono che io abbia mai mangiato: peccato fosse impossibile da finire con una bocca sola.

Verso le 16:00 andiamo a casa, recuperiamo le nostre macchine fotografiche e ci dirigiamo verso Menetes, ultima tappa del nostro viaggio.

Questo piccolo paesino si situa poco sopra Amoopi e ci rimane impresso dal primo incontro

(si trova sulla strada principale per raggiungere la costa Ovest dell'isola). Si tratta di un luogo caratteristico in cui perdersi tra le infinite scalinate ed i colori delle case.

Menetes possiede il sapore di povero, ma viene arricchito dal grande animo delle poche persone che lo abitano.

È un luogo che sa di tradizione, di casa e di calore umano.

Un luogo in cui incontrare una bambina che a nove anni insegna ai fratelli minori a parlare inglese. Un luogo che a furia di scalini e scalini ti conduce in cima, fino ad arrivare all'ennesima chiesa.


Ma questa chiesa appare diversa da tutte le altre cinquecento e passa dell'isola.

È una chiesa minuscola, in cui per entrare devi chinare la testa e in cui una volta entrata fatichi ad uscire. Una chiesa capace di inghiottirti, di avvolgerti in un'aura in cui ogni cosa prende senso, o forse lo perde.


Dove senti di poter toccar con mano la bellezza dell'isola e quella di tutto ciò che ti circonda.

Poi sospiri, esci. Il vento ti travolge. Torni alla realtà.

E noi abbandoniamo l'intenzione di fermarci a Menetes a mangiare.



In cinque minuti siamo di nuovo ad Amoopi. Così, dopo aver girato tutte le taverne possibili ed immaginabili, l'ultima sera dimostriamo fedeltà a quella di casa. E la verità è che ci pentiamo di non averlo fatto prima.

Travolti da una fame tremenda ordiniamo senza alcun senso logico. Dividiamo uno spezzatino di carne con patate prima assaporare un tenero tonno fresco.

Carne e pesce? Non importa: non assaggiare sembra un peccato.


Day 7


Quello che si rivela il peccato più grande è il mattino successivo: l'ultima colazione in terrazza e le valigie da rifare. Poi il taxi, l'aereoporto, il pranzo al sacco prima del decollo. Il confrontarsi il livello di abbronzatura sul braccio, lo sguardo complice con chi ho condiviso sette giorni spensierati.

I ricordi del vento, delle strade tortuose e dei profumi delle piante.

Le risate a pieni polmoni e lo stupore ad ogni curva su un quad tutto blu.

La bellezza di Karpathos è innegabile. Eppure oggi mi sento di affermare che ciò che porta a consigliare questa avventura non sono soltanto il mare e le spiaggie.

È l'aria che si respira, la cortesia di chi ci abita e la magia che ti avvolge.

Le stelle che ti guidano a notte fonda e il cielo che ti sovrasta.

Gli odori, i sapori, i colori.

La bellezza. Quella delle piccole cose.



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