Avete presente il programma in onda su Real Time “Sepolti in casa”?”
Bene. Quella potrebbe essere la mia fine.
Da quando sono una bambina vengo rimproverata da mia madre per accumulare una gran quantità di cose inutili.
O almeno, inutili al suo parere; ma la verità è che ho sempre dato importanza anche alle cose più stupide e banali.
Così, all'età di ventitre anni, conservo ancora i primi diari di scuola: quelli delle elementari.
E se non lo avessi fatto oggi avrei probabilmente una consapevolezza in meno.
​
​
So che la mia passione per la scrittura è qualcosa che mi contraddistingue da sempre,
ma posso dire di sapere a quando risale esattamente proprio grazie a uno di quei diari.
​​
​
Un giorno, in quarta elementare, presi una pagina totalmente vuota,
una delle pagine del mese di luglio di cui da piccola faticavo a capirne l'utilità.
In quella pagina scrissi, in rosso (quello che mi insegnarono fosse il colore per le note importanti), questa frase:
​
​
“ Quando sei felice, triste o senti qualsiasi cosa, scrivila ”.
Maestra Giuliana
Nelle mie memorie da bambina la maestra Giuliana era la mia preferita, quella di italiano.
La maestra “buona” che si era tagliata i capelli corti corti e che sapeva cantare bene.
Giuliana sapeva che odiavo il teatro e non leggevo volentieri.
Ma i temi, quelli sì che mi piaceva farli: erano il mio unico modo per estraniarmi dal mondo e dar voce al mio io più profondo.
Forse la maestra Giuliana ci aveva visto lungo, dicendomi di scrivere sempre.
Forse, da buona insegnante di italiano, poteva immaginare come la carta potesse costituire, in futuro, il mio più caro rifugio.
Il manifesto di tutti i miei sentimenti: da quelli più limpidi, a quelli bui.